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Prosegue anche nella “Fase 2” dell’Emergenza Covid la rubrica Ti racconto l'Archivio. Interviste virtuali per sentirci più vicini, ideata dall’Archivio di Stato di Pordenone nell’ambito della campagna social promossa dal Mibact #iorestoacasa. La rubrica rimane ancora uno strumento che favorisce la conoscenza dell’attività dell’Istituto, che nonostante la forzata chiusura al pubblico, ha sempre garantito le ricerche amministrative e storiche da remoto.

Ospite della quinta puntata è Paola Valentin, funzionario Archivista presso la Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, con cui chiacchiereremo di L'Archivio e gli altri archivi. La Soprintendenza, organo periferico del MIBACT con sede a Trieste, si occupa a livello regionale della tutela e della vigilanza degli archivi degli enti pubblici e di quelli di proprietà privata che siano dichiarati di interesse culturale.

Paola Valentin ci accompagna nella quotidiana attività dei colleghi che si muovono tra pratiche di dichiarazione, visite e sopralluoghi, didattica e consulenza. Tratteggia con affetto alcuni tesori del territorio pordenonese: l’Archivio Montereale Mantica, l’Archivio Storico della Diocesi e ancora l’Archivio dell’Associazione Cinemazero. Sottolinea soprattutto quanto la collaborazione tra Soprintendenza ed Archivio di Stato possa essere determinante per salvare, tutelare e valorizzare il patrimonio archivistico della provincia: è il caso dell’archivio nobiliare e aziendale della famiglia Burgos di Zoppola.

È possibile leggere l’intervista al seguente link http://www.archiviodistatopordenone.beniculturali.it/index.php?id=203

 

Archivio di Stato di Pordenone
[t] 0434 364356
[@] as-pn@beniculturali.it
[w] www.archiviodistatopordenone.beniculturali.it

Di straordinaria attualità è un manoscritto conservato nella Sezione di Archivio di Stato di Assisi dal titolo Contaggio 1630. Esso racconta le misure adottate in Assisi per scongiurare il pericolo della peste, la stessa che Manzoni descrive nei Promessi Sposi. Nella città serafica venne istituita dal 1629 al 1633 una Congregazione cioè una commissione che predispose tutte le misure da adottare per assicurare l’immunità degli Assisani. In particolare, fu organizzata una stretta sorveglianza presso le porte organizzando corpi di guardia per non fare entrare forestieri, i quali comunque dovevano esibire un permesso chiamato Fede o Bollettino della sanità. Le guardie provvedevano alla sua vidimazione, certificata dal sigillo con la croce e il leone. Le disposizioni emanate allora sono simili a quelle attuali: per evitare assembramenti furono stabilite limitazioni alle attività commerciali e cancellazione di mercati e fiere, in particolare la fiera del Perdono che richiamava tante persone desiderose sia di commerciare che di lucrare l’indulgenza del Perdono.

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA, SEZIONE DI ASSISI, Comune di Assisi, Fondo antico, b. 605, fasc. 1b, a.1630
        

 

Archivio di Stato di Perugia. Sezione di Assisi
[t] 075 815214
[@] as-pg@beniculturali.itaspgsasa@gmail.com
[w] www.archiviodistatoperugia.it

La peste fu tra le grandi epidemie più temute della storia e la più devastante. Tra il 1656 e il 1658 il tremendo flagello, forse arrivato dal mare e da terre lontane su imbarcazioni mercantili, colpì il Regno di Napoli e non risparmiò la Calabria. Piccoli e grandi centri, già colpiti da terremoti e carestie, fecero i conti con la tremenda e contagiosissima malattia che in breve tempo causò sofferenza e morte e divenne la principale protagonista di paure collettive.

Per la “gratia ricevuta d’esser fatti esenti dal mal contagioso”, il 2 febbraio 1657 Giovanni Maria D’Adamo, sindaco e mastro giurato della bagliva di Carpanzano, compose con sonetti e ottave il Voto solenne in onore dell’Immacolata Concezione.

Nella preghiera alla Vergine Immacolata, oltre al ringraziamento per essere stati liberati dall’epidemia, affiora  la richiesta di protezione del territorio dalle guerre, carestie e terremoti e la difesa “d’ogni male, dal fier nemico dragone infernale, sotto il vostro refugio ricorremo”.

L’opuscolo, inserito in un protocollo notarile del 1659, è un esemplare stampato presso la tipografia di Giovanni Battista Russo in Cosenza.

 

Archivio di Stato di Cosenza
[t] 0984 791790
[@] as-cs@beniculturali.it
[w] www.archiviodistatocosenza.beniculturali.it



 

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