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#IoRestoaCasa: il contributo della DGA

"In questo periodo in cui musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi, teatri, cinema sono chiusi a casa dell'emergenza coronavirus, il Mibact, si legge in una nota, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra cosi' non solo cio' che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalita' che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto. È visibile il lavoro degli archivisti nell'Archivio di Stato di Firenze in questo periodo di chiusura forzata, con le ricerche richieste telematicamente dagli utenti, la ricognizione dei depositi per verificare la conservazione dei documenti tra cui il prezioso Statuto dei Podestà del 1415, la prosecuzione dell'inventariazione dei faldoni e delle filze, il riversamento digitale degli inventari manoscritti e il lavoro per rendere disponibile on line una descrizione dettagliata dei fondi conservati, la diffusione on line del patrimonio digitalizzato; i documenti piu' importanti della storia del casato estense all'archivio di Stato di Modena, entrambi del 1598: l'Investitura Imperiale, volume in pergamena d'agnello scritto a lettere d'oro con cui l'Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico Rodolfo II riconosce legittimamente Cesare D'Este come Duca di Modena e Reggio; e la Bolla Concistoriale segnata dai cardinali e da Papa Clemente VIII che riporta le Convenzioni Faentine, ossia la resa incondizionata degli estensi al potere pontificio" (AGI, 21 marzo 2020).

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Ricordiamo inoltre che la Direzione Generale Archivi offre nella propria home page l’accesso diretto al portale tematico degli Archivi della Moda, che presenta, tra gli altri contenuti, le biografie dei principali stilisti italiani del Novecento, arricchite da immagini, filmati, fotografie, provenienti dai vari Archivi di Stato ma anche dall’Istituito Luce, Rai Teche e Fratelli Alinari.

Quanto agli Archivi di Stato, per citarne solo alcuni, quello di Mantova ha messo in rete la famosa lettera che Raffaello scrisse a Leone X nel 1519, alla quale gli studiosi fanno risalire il ruolo fondante della tutela dei beni culturali nel nostro Paese, quasi un presagio dell’articolo 9 della nostra Costituzione. La lettera, che i cittadini potranno ammirare in originale, ora che è stata riaperta la mostra al pubblico su Raffaello alle Scuderie del Quirinale, indicò la strada maestra per preservare i monumenti antichi dalle distruzioni e dagli sventramenti perpetrati nella Roma dei primi decenni del Cinquecento, prefigurando il ruolo delle Soprintendenze nella salvaguardia del patrimonio culturale.
L’Archivio di Stato di Roma racconta invece la storia, la cartografia e il folklore della Capitale e della sua regione attraverso i secoli; altri, quali Firenze, Milano e Napoli, propongono sui propri social network un approfondimento sui vari documenti disponibili in versione digitale.

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