Negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia fu fortemente avvertita l’esigenza della tutela e della conservazione da un lato degli archivi degli Stati preunitari, dall’altro di quelli degli organi centrali e periferici del nuovo Stato italiano. Nel 1875 fu istituito l’Archivio del Regno con la finalità di conservare, oltre agli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico, anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti "ai bisogni ordinari del servizio". Prestigiose figure di politici, intellettuali e storici (da Cesare Correnti a Benedetto Croce, da Cesare Paoli a Pasquale Villari, da Gioacchino Volpe a Benedetto Croce, fino a Alberto Maria Ghisalberti, Giorgio Cencetti, Leopoldo Sandri, Filippo Valenti solo per citarne alcuni) contribuirono allo sviluppo dell’amministrazione archivistica, alla sistemazione e organizzazione delle sedi e della documentazione e alla incentivazione degli studi, come si evince in particolare dalle discussioni in seno al Consiglio superiore degli Archivi e alla Giunta del Consiglio superiore degli archivi.
L’amministrazione archivistica fu posta alle dipendenze del Ministero dell’interno al quale rimase fino al 1975, anno in cui fu costituito il Ministero per i beni culturali e ambientali. Il passaggio al nuovo dicastero costituì il definitivo riconoscimento degli archivi come “beni culturali”.
Il DPR 30 settembre 1963, n.1409 ripristinò la Direzione generale degli Archivi di Stato, che, col passaggio al Ministero per i beni culturali, assunse la denominazione di Ufficio Centrale per i beni archivistici. In seguito al DPR del 29 dicembre 2000, n. 441 ha poi assunto l’attuale denominazione di Direzione generale per gli Archivi.
L’Amministrazione archivistica si è caratterizzata nel corso della sua storia per la sensibilità con la quale ha colto i mutamenti del panorama storico e sociale e i loro riflessi sulla produzione, conservazione e fruizione degli archivi. In tal senso vanno letti ad esempio le disposizioni in materia di formazione e tenuta degli archivi correnti delle amministrazioni; la questione della vigilanza sugli archivi non statali, l’evolversi delle norme in materia di consultabilità ed accesso, la progressiva attenzione alla “comunicazione” del proprio patrimonio, dapprima con redazione di repertori e guide di Istituti fino al grande progetto che ha condotto alla pubblicazione della Guida generale degli Archivi di Stato e oggi alla sua accessibilità sul web accanto alla realizzazione di un Sistema Archivistico Nazionale (SAN), al cui interno operano Portali tematici dedicati a specifiche materie; il crescente impulso dato al settore degli studi, delle ricerche e delle pubblicazioni; la partecipazione allo studio e definizione di standard descrittivi internazionali; l’intensificarsi dei rapporti internazionali; l’attenzione agli aspetti della formazione degli archivisti.
L’Amministrazione archivistica si articola in una struttura centrale, costituita dalla Direzione generale con i suoi Servizi, e in strutture periferiche rappresentate dalle Soprintendenze archivistiche, dalle Soprintendenze archivistiche - Archivi di Stato e dagli Archivi di Stato e Sezioni di Archivi di Stato. Alla Direzione generale per gli archivi afferiscono l’Istituto centrale per gli archivi e l’Archivio centrale dello Stato.